venerdì 22 novembre 2013

Liberazione - parte 3

Quindi eccomi di nuovo qui.
Erano 10 mesi che meditavo di scrivere questo post, ora che ho iniziato mi sembra quasi di non riuscire a smettere.

Eravamo arrivati alla candida e al dolore a ogni poppata. Dopo 20 giorni di cure, quando sembrava passata ho avuto una ricaduta: altri 10 giorni da schifo. 

La candida poi è passata, vorrei rassicurarvi, di qui la strada non è stata dritta, ma ha preso una direzione migliore... 

La direzione dell'allattamento a richiesta.
Dai, parliamo anche di questo che ho proprio voglia di fare polemica: chi sponsorizza l'allattamento al seno, i tett-talebani ma anche i meno estremisti, ti dice che l'allattamento deve essere sempre a richiesta. Quindi il bimbo piange e tu lo allatti, l'orologio non serve, buttalo via.
Prova a chiedere a qualche tett-talebano più o meno ogni quanto è plausibile che un bambino abbia fame: a me hanno risposto che non importa ("Come non Importa??")
Se piange, allattalo. ("Ma rigurgita spesso. Non sarà perchè lo allatto troppo?")
Se rigurgita non fa niente, il tuo latte non può fargli male.

Capite che non c'è senno negli integralismi? Nessuna traccia di intelligenza umana.

L'allattamento a richiesta, almeno nel mio caso per i primi mesi , ha significato allattare ogni volta che Pesciolino piangeva. Uno strazio.
Tornassi indietro mi darei delle regole ferree e lo allatterei a orario, come faccio ora.
Invece no: piange? Tira fuori la tetta e allatta che aspetti!?
Così finisce che allatti se vuol dormire, se vuole coccole, se ha freddo, se ha caldo, se lo devi calmare e chi più ne ha più ne metta.
I bambini piangono sempre allo stesso modo anche se il bisogno è diverso.

Io sia chiaro che ho allattato in ogni dove, a volte basta una sciarpa, la maglietta giusta e la cosa rimane piuttosto discreta, però il fatto davvero strano è che passi la vita a nascondere una parte del corpo, poi diventi madre e BAM niente più pudori: suvvia che vuoi che sia? Fuori gli attrezzi che il nano piange!

Va bhè, devo dire che questa dell'alzare la maglietta in ogni dove, dopo tanto dolore è stato il lato meno fastidioso della faccenda e poi in effetti è molto comodo: se tu e il Pesciolino siete insieme potete andare ovunque, anche a Timbuctu. Una bella metafora della vita.

Però però...comunque difficile. Ci sono stati momenti in cui mi son sentita la schiava di mio figlio, momenti in cui mi sembrava di non esistere, perchè non puoi mancare mai, nemmeno per un'ora, perchè tuo figlio ti prende per il suo ciuccio, la sua consolazione, la sua fonte di cibo e di amore.
Forse una madre è ANCHE tutto questo. Una madre, non le se tette.
Forse l'allattamento è il veicolo migliore per portarti di fronte al tuo nuovo ruolo.
Ma quanta fatica e quanto dolore mi sarei potuta risparmiare.

Comunque questa esperienza è stata utile, un vero percorso iniziatico: sono più consapevole, più sicura di quello che posso permettermi con Pesciolino e cosa invece no, so un po' meglio cosa posso fare e non fare per stare bene insieme.
Perchè a volte dire no a Pesciolino serve tantissimo.
Perchè fargli capire quali sono i confini lo ricorda anche a me.
Lui strilla, si dimena, si frustra, non accetta alcune nostre decisioni, ma credo che stiamo andando nella direzione giusta.

Lo credo perchè oggi Pesciolino è un bambino sereno, che ride sempre e gioca e vuole bene a me e a suo padre, si vede da come ci guarda, da come allunga le braccia per esser abbracciato; perchè è un bambolotto dolcissimo che si appoggia alla mia spalla quando torno dall'ufficio, perchè ormai gioca anche da solo (un traguardo) e gattona da una stanza all'altra senza remore, senza paure.

Forse anche lui sa che ciò che lega noi tre è un sentimento grande e antico e che se siamo insieme noi tre va tutto bene.

Buon weekend e fine della liberazione.





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