mercoledì 18 giugno 2014

Ansia da prestazione

A volte mi sembra tutto così difficile, specialmente quando la routine quotidiana ti assorbe a tal punto e in modo così penetrante che sei distaccata quasi dalla realtà delle cose: perciò a volte mi sembra di essere completamente incapace di fare delle cose che ad altri appaiono di una banalità totale, e se ci penso, anche a me sembrano poca cosa, ma spesso non so, non voglio affrontarle ugualmente.

Così oggi mi ritrovo a passare una serata da sola in compagnia del mio ometto e davvero ne ho tanta voglia: ho voglia di vederlo correre per casa da una parte all'altra, ho voglia di preparaci una cenetta io e lui che è piccolino ma di ottima compagnia, ho  voglia di vederlo entusiasmarsi davanti ai pastelli e di ridere con lui mentre fa il bagnetto. 
Davvero non vedo l'ora di andare a casa a fargli bolle di sapone. Parentesi: ma ci pensate a che vantaggio sia avere un'ottima scusa per fare le bolle di sapone passati i 30? 

Però poi ho anche un po' d'ansia. 
Non so perchè fino in fondo, ma credo che tutti quei mesi passati da sola con un neonato (quello che si è ormai trasformato in un bimbo sorridente e felice), mi abbiano come segnata. Tutta quella solitudine, quello stare sempre sola in balia delle esigenze di un altro, non so, è come quando sei stata graffiata da un gatto e comici ad aver paura di tutti i gatti, forse di tutti gli animali, senza distinzione. 

Così mi ritrovo a dover gestire oltre che un piccolo scemino anche l'ansia di sua madre. 

L'ansia imprecisata di non sapere gestire una situazione razionalmente gestibilissima, l'ansia di non riuscire a mandarlo a letto, di non dormire affatto,l'ansia di avere tutta la responsabilità sulle mie povere stanche spalle.

Insomma ho l'ansia da prestazione e questa cosa mi rende un po' triste. 






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