lunedì 1 settembre 2014

Lui va sereno, come solo i Pesciolini sanno fare.

Sono giorni che provo a scrivere qualcosa, qualsiasi cosa.
Il fatto è che ho tante idee si, ma confuse, e il risultato è che scrivo scrivo scrivo e non pubblico nulla, cancello tutto, perchè troppo personale, o troppo poco attinente alla realtà che vivo, o non ho parlato di me, ma di altre persone e allora no, non va bene.
Torno indietro, cancello, riscrivo da capo.
Non pubblico nulla, anche se scrivere mi fa bene sempre.

Questo è successo un po' perchè ero in vacanza, e in vacanza si sa, il neurone va a rilento senza speranza, un po' perchè è stato un agosto all'insegna del passato e perciò avevo bisogno di riflettere e metabolizzare gli incontri, le parole rimaste in sospeso troppi anni e che perciò hanno ormai perso il loro valore e ne hanno acquistato un altro.
Ho avuto a che fare con i rigurgiti di rabbia sedimentata, di sensi di colpa revival, con le ferite post datate e tutto ciò che comporta il ritorno non programmato di una persona dal passato.
Se poi il passato di cui parliamo non è il tuo, ma quello del tuo compagno, le incertezze si moltiplicano a dismisura.
Ho passato perciò una parte delle vacanze a preoccuparmi.




Una parte a cercare di staccare la testa da tutto, difficile, anzi difficilissimo quando hai una casa (anche se è una casa delle vacanze) da mandare avanti e devi programmare 5 pasti al giorni del piccoletto che è con voi, non dimenticarti la crema protezione solare 50, non dimenticarti le palette e i secchielli, evitare che il nano in questione dorma "alla ca...o di cane" durante il giorno - termine creato ad hoc per lui e il suo modo di dormire strambo, mai alla stessa ora, mai la stessa quantità di minuti - e con uno due risvegli notturni che nessuno è riuscito a levargli.
E' stato facile staccare la testa come riuscire a riposarsi quando devi prendere la macchina 4 volte al giorno per andare e tornare dalla spiaggia e la sveglia la mattina è sempre e solo alle 7.
Una parte delle vacanze l'ho passata invece a fare bagni, a cercare di guarire dalle ferite che avevo, a dimenticare il lavoro che ultimamente mi tormenta a dismisura, a cercare senza trovarle ancora soluzioni alternative, idee geniali che mi lascino vivere e non lavorare e basta.

Una parte ancora l'ho passata ad insegnare a nuotare a Pesciolino e su questo si può dire solo una cosa: missione compiuta.  Lui con i braccioli di Peppa Pig è uno spettacolo della natura, non ha paura dell'acqua , delle onde, dei pesci, non teme nulla, e a me piace da morire il suo approccio al nuoto.
Lui va sereno, come solo i Pesciolini sanno fare.

In queste vacanze credo di aver cementato la mia voglia di cambiare vita, di scappare dal mio problematico neurone e credo proprio di non esserci riuscita affatto.
Poi sono stata una settimana a casa con Pesciolino, ma questa è un'altra storia e ve la racconto quando l'ho metabolizzata.





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